by: CIRFIM – Centro Interdipartimentale di Ricerca di Filosofia Medievale “Carlo Giacon”, Università degli Studi di Padova | data 12/12/2022
Alla fine degli anni ’70 del Trecento al pittore fiorentino Giusto de’ Menabuoi fu affidato il compito di rivestire le pareti interne del Battistero di Padova di un ciclo pittorico monumentale, dove Storie della Genesi, Storie della Vita di San Giovanni Battista e di Cristo, assieme a numerose figure isolate di Angeli e Santi, semantizzavano l’edificio e al contempo glorificavano la committente, Fina Buzzaccarini, e il consorte Francesco il Vecchio da Carrara, signore della città. L’occhio dell’osservatore è ancora oggi rapito dalle immagini, che si snodano senza soluzione di continuità dalla cupola alla parte bassa delle pareti, appropriandosi integralmente della superficie disponibile.
Un episodio, tuttavia, seduce più di altri: sul fondo oro finemente ornato a losanghe, Giusto cattura come in un’istantanea la Creazione, fissando in un’immagine senza tempo l’istante esatto in cui il Creatore, idealmente assiso su un trono di angeli, osserva e benedice la propria opera, prima di imporle il moto eterno che porterà anche la vita. L’immagine del cosmo si staglia al centro della scena. Secondo la concezione medievale, in una serie di cerchi concentrici si osservano, al centro, il mondo, e nella sfera più esterna i segni zodiacali, simboli degli astri. La terra e il cielo, dunque, a circoscrivere idealmente, e visivamente, i due estremi dell’orizzonte umano, oltre che dell’universo conosciuto. La terra è raffigurata come un planisfero, con i continenti emersi circondati dal mare e dagli oceani, così come era rappresentata nella cartografia dell’epoca. Mentre lo zodiaco rimanda a studi e oggetti concepiti nella Padova dell’epoca, dove “la fede negli astri” era incardinata in un sistema di pensiero razionale e scientifico. Il viaggio, qui, si fa concreto: è quello degli uomini dell’epoca, che esploravano il mare e le terre emerse orientandosi con le stelle, e aiutandosi con atlanti e cartografie. Ma è al contempo un viaggio concettuale, che condensa e dà forma visibile alle nozioni dell’epoca, alle teorie sulla genesi, la storia e la struttura di un universo nettamente più grande dell’uomo e di cui l’uomo, nondimeno, si percepiva quale parte integrante.
A quasi 700 anni di distanza l’immagine concepita da Giusto de’ Menabuoi è ancora lì, e continua a sollecitare l’occhio e poi la mente di chi la osserva. Non smettiamo di viaggiare, concretamente o idealmente, nello spazio o nel tempo!
Il Centro Interdipartimentale di Ricerca di Filosofia Medievale “Carlo Giacon” – CIRFIM è stato fondato nel 1964 da Carlo Giacon (1900 – 1984), filosofo neotomista e professore ordinario di Storia della filosofia. Il Centro acquisisce risorse esterne al sistema universitario per sostenere la ricerca, promuove attività concernenti il pensiero medievale in tutte le sue varie forme espressive, contribuisce alla formazione di studenti e giovani ricercatori, alimenta il dibattito intellettuale e crea occasioni di incontro e di dialogo.