by: Anako Aps | data 14/01/2025
Anako sta operando in collaborazione con diverse ONG che operano nel mediterraneo.
La distribuzione primaria dei salvagenti del nostro progetto sarà presso le diverse organizzazioni che gestiscono le navi di soccorso, attualmente operano nel Mediterraneo 16 navi di cui una italiana.
Le organizzazioni che operano con le navi nel mediterraneo seguono protocolli molto simili.
Le organizzazioni di volontari, da protocollo e quando le risorse e le condizioni di soccorso lo consentono, sostituiscono i giubbotti di salvataggio di tutte le persone che devono soccorrere, anche a quelle che ne sono già provvisti, questo perché, molto spesso, non si ha la certezza che i giubbotti forniti dai trafficanti o comprati sulla costa prima della partenza siano sicuri.
Sono stati rilevati molti casi di giubbotti indossati dai migranti, che erano stati realizzati con materiali non idonei, che assorbono acqua e appesantiscono la persona invece di aiutarla al galleggiamento, in certi casi realizzati con imbottiture in gommapiuma o stracci.....
Posteriormente al salvataggio le imbarcazioni usate dai migranti vengono distrutte, insieme a tutto ciò che portano a bordo, o dalle stesse ONG o dalla Guardia costiera, per evitare che vengano riutilizzate.
Alcune ONG con cui siamo in contatto stanno portando avanti diversi programmi di assistenza a profughi e migranti sia in Tunisia sia in Turchia.
Alcuni di questi programmi includono l'assistenza sanitaria ai profughi che sono in attesa d'imbarco, attesa che può durare mesi.
La distribuzione secondaria sarà attraverso queste organizzazioni che faranno arrivare i giubbotti non direttamente in spiaggia prima dell'imbarco (difficile e pericoloso) ma nei luoghi di sosta delle persone in attesa, attraverso la rete di assistenza già presente.
Siamo un gruppo di architetti, designer e professionisti della comunicazione provenienti da culture e paesi diversi. Nel 2022 abbiamo fondato Ánako, un anno molto difficile per l'Italia e per il mondo, ma anche un anno di riflessione, di come si potrebbe e dovrebbe cercare un modello di sviluppo diverso, sostenibile e inclusivo. La nostra intenzione è utilizzare la nostra esperienza, per usare il design come strumento di solidarietà.