Massimo, insieme alla sua Azienda, ha deciso di sostenere il progetto!
Ecco perchè e la sua speciale testimonianza:
“Ciao, mi chiamo Massimo e sono un artigiano con la passione del triathlon.
Quando ero quasi al limite come età per poter donare, sono stato chiamato perché dopo quasi trent’anni dalla mia iscrizione forse era arrivato il mio momento.
La vita di un artigiano è già piena di suo, se poi sei anche triatleta (amatoriale) è ancora più piena, ma a fronte di una chiamata di questo tipo mi risultava impossibile tirarmi indietro.
Al primo incontro in ospedale, capito che effettivamente avevo la possibilità di poter donare e a fronte di un sacco di esami, alla mia domanda: “ma poi il mese successivo potrò fare il mio primo triathlon olimpico?” la risposta non ha lasciato dubbi: “NO”.
Se sei un artigiano il NO non si può fare, non esiste: ci proviamo. Da lì è partito tutto l’iter di preparazione: i medici convinti che non avrei partecipato, io convinto di si.
Mi sono sottoposto a tutta la preparazione che ha portato alla donazione grazie ad un gruppo di medici che con pazienza ha conciliato il mio lavoro con le loro esigenze, ma soprattutto con le esigenze del ricevente.
Per un mese il mio unico pensiero è andato al ricevente e alla sua possibilità di avere un’altra occasione di vivere più serenamente.
Il mio percorso ha avuto termine con la giornata passata collegato alla macchina per il prelievo e un gruppo di medici che tifava perché le mie cellule staminali emopoietiche raggiungessero il numero stabilito.
Dopo soli 10 giorni di riposo (…imposto) ho ripreso la mia vita normale e i miei allenamenti, e sono riuscito a completare anche il mio primo triathlon olimpico.
Forse senza donazione avrei potuto vincerlo, ma va bene così (scherzo ovviamente!!!):
la mia gara l’avevo già vinta circa un mese prima, il giorno della mia donazione, e voglio pensare d’averla vinta in coppia con il ricevente. ”